Tra la fine degli anni 70 e l’inizio degii anni 80, fu il tema del giorno.
Ancora oggi se ne parla e non è raro incontrare qualcuno che mi chieda dopo ormai quaranta anni, perchè ?
Per provare a cercare alcune risposte ho fatto una piccola ricerca che qui pubblico.
L’abbattimento delle capanne di falasco di San Giovanni di Sinis, nel territorio di Cabras, fece discutere, creò dibattito, sia nella società civile, che nelle istituzioni.
COLMARE UN VUOTO
Questo articolo cerca di colmare un vuoto dato che in rete son rare e non organiche le notizie, la documentazione e l’eco di quel che avvenne. Ho cercato perciò aiuto, sia negli articoli dei giornali dell’epoca, che negli atti ufficiali delle principali istituzioni.
Il mio scopo è dichiaratamente storico e conoscitivo.
Grande spazio sul primo quotidiano dell’isola, L’Unione Sarda. Uno speciale di ben 4 articoli è stato pubblicato il 13 febbraio 1983.
Nel primo spazio al Sindaco di Cabras, Pietro Brundu, PSDI, partito socialdemocratico.
Nel secondo il parere del prof. Peppetto Pau, contrario all’abbattimento.
Ho trovato almeno tre interrogazioni parlamentari del Senatore Pietro Pinna su questo caso. E’ stato senatore dal 1972 al 1983.
Fu il politico più convinto assertore del salvataggio delle capanne di San Giovanni di Sinis
Gruppo Partito Socialista Italiano di Unita’ Proletaria :
Membro dal 25 maggio 1972 al 1 agosto 1972
Gruppo Comunista :
Membro dal 2 agosto 1972 al 4 luglio 1976 e :
Membro dal 5 luglio 1976 al 19 giugno 1979.
Nato il 16 giugno 1925 a Dorgali (Nuoro)
Residente a Cagliari
Professione: Giornalista-pubblicista
Presidente dell’Alleanza contadini e pastori dell’Oristanese, membro del Comitato regionale dell’Alleanza contadini (a titolo gratuito)
Vicepresidente del Comitato regionale sardo della Lega nazionale delle cooperative mutue
http://www.senato.it/leg/06/BGT/Schede/Attsen/00006891.htm
Già nel 1977 presentò diverse convinte interrogazioni parlamentari :
” onde impedire- e cito- nel modo più assoluto, la paventata demolizione delle capanne da parte della Capitaneria di porto e del Ministero della marina mercantile, atteso che le predette rivestono un valore storico-ambientale la cui distruzione rappresenterebbe un’ennesima sopraffazione contro il patrimonio culturale ed ambientale della Sardegna, il cui scempio è stato più volte segnalato dal’interrogante “.
( dallo stenografico parlamentare http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/265495.pdf )
Pubblico le prime due dai resoconti del Senato. Per leggere agevolmente usare lo zoom.
LA RISPOSTA DEL MINISTRO
Precisa e dettagliata appare la risposta del Ministro dei Beni Culturali, il democristiano Mario Pedini.
Sull’abbattimento delle capanne nel 1983 gli schieramenti furono trasversali ai partiti. Se il Sindaco di Cabras Pietro Brundu (psdi) era favorevole, il Presidente del Consiglio Regionale, l’oristanese Alessandro Ghinami, anche lui socialdemocratico, era contrario.
In questo articolo dell’11 febbraio 1983 la lettera di Ghinami al Presidente della Giunta Regionale Angelo Roich, dove scrive fra l’altro : ” Sono capanne costruite dai pescatori del luogo con eccezionale perizia sia per le qualità abitative, sia per la bellezza del manufatto, con tecniche che si tramandano da millenni.. si può affermare -scriveva ancora Ghinami-dalla demolizione di queste costruzioni, uniche nel loro genere, ne deriverebbe un grave danno al patrimonio storico, culturale…”.
Interessante la posizione interrogativa del corsivo dell’Unione Sarda del 13 febbraio 1983 di Francesco Bassi:
“La scelta è quella giusta ?”, con riferimento alla decisione assunta e non modificata dell’abbattimento.
Ricordo con dolore quei giorni., avevo 15 anni Noi siamo romani, ma mia madre era sarda, e avevamo una capanna, costruita da mio zio. Le mie più belle vacanze le ho passate li. Tutti gli anni da bambina, appena finivano le scuole, mia zia mi veniva a prendere per portarmi in Sardegna. Avevamo una capanna bellissima sul mare. Il villaggio di capanne era bellissimo, caratteristico e unico. La sua demolizione è stato uno scempio. Torno ancora ogni anno, per pochi giorni, e non manco mai la mia lunga passeggiata lungo le spiagge dove prima sorgevano le capanne, dove ho tanti ricordi meravigliosi e dove ogni volta mi si stringe il cuore per la malinconia.