Poco meno di 4 milioni di euro di costi stimati, dei quali uno finanziato 8 anni fa e primo lotto di lavori pronto per partire per il 2020.
Si tratta di fondi regionali per un progetto composto da 41 elaborati e centinaia di pagine, creato allo scopo di mitigare l’erosione nelle coste di San Vero Milis.
Ad aggiudicarsi i lavori, con il sistema dell’offerta più vantaggiosa, una ditta siciliana.
Questa inchiesta si propone esplicitamente di stimolare consapevolezza, informazione e conoscenza di un imponente intervento su un’area delicata della Sardegna.
L’intervento riguarda due aree della costa del comune di San Vero Milis: S’Anea Scoada e Su Pallosu, qui ci siamo occupati esclusivamente di quest’ultimo sito.I dati e le informazioni qui riportate provengono dagli elaborati depositati.
TIPOLOGIE GENERALI D’INTERVENTO
Per il sito di Su Pallosu le tipologie intervento sono declinate in due lotti funzionali e considerate l’uno complementare all’altro.
Il primo intervento (Lotto A) prevede opere di tipo “morbido”, a basso impatto ambientale, realizzate con manufatti di origine naturale, facilmente removibili e con funzionalità limitata nel tempo, in quanto propedeutici agli interventi strutturali di difesa costiera, quali il ripascimento e le opere di protezione dal mare, da realizzarsi con il Lotto B.
Gli interventi del primo lotto sono quindi riconducibili alle seguenti tipologie:
- Opere di protezione al piede del corpo dunare e delle formazioni detritiche costiere rispetto all’azione erosiva dei frangenti;
- – Opere di protezione delle superfici dunari dai fenomeni di dilavamento e di deflazione eolica indotti dalla fruizione incontrollata.
La prima opera, costituita da una struttura esterna in pali di castagno, del tipo a palificata doppia, con lo spazio interno occupato da gecontenitori in fibra naturale riempiti di inerti di cava, sono finalizzati alla mitigazione dei processi di scalzamento delle formazioni detritiche da parte del moto ondoso incidente, capace di raggiungere, con i fenomeni di run-up, il piede del corpo dunare sabbioso e i depositi eluvio-colluviali, facilmente erodibili, antistanti la borgata di Su Pallosu.
La messa in opera del manufatto permetterebbe (il condizionale non è mio ndr )- il controllo dell’azione di demolizione meccanica e l’arretramento delle ripe di erosione esistenti da parte dei frangenti evitando, al contempo, il fenomeno di riflessione del moto ondoso, che provocherebbe un pericoloso fenomeno di rimozione dei depositi sabbiosi di spiaggia antistanti verso il settore marino.
I geocontenitori, infatti, essendo costituiti da materiali drenanti (tessuti in fibra di cocco e juta ed inerti di riempimento), consentono di attenuare il fenomeno erosivo al piede delle scarpate detritiche e contenere la riflessione dei frangenti. La palificata, oltre a svolgere una azione di sostegno e di contenimento dei geocontenitori, esercita una protezione sugli stessi, che altrimenti verrebbero rapidamente danneggiati per abrasione e lacerazione da parte dei detriti durante le mareggiate.
Nei casi delle scarpate di altezza maggiore 1,5-2,0 m, la palificata potrebbe essere realizzato a gradoni, secondo le modalità proprie dell’ingegneria naturalistica, esercitando quindi una azione di sostegno e contenimento del versante. In questo caso potrebbero essere associati anche impianti di specie vegetali autoctone ai fini del consolidamento delle superfici sabbiose e l’inserimento di rulli in cocco al posto dei gecontenitori, per i gradoni superiori non raggiungibili dal sormonto dell’onda incidente.
Tale intervento, configurabile nel campo delle opere leggere e a basso impatto ambientale, proprie dell’ingegneria naturalistica, manifestano una vita di esercizio limitata nel tempo e dipendente sostanzialmente dalle dinamiche meteo-marine.
Tendenzialmente la vita utile è ipotizzabile in un arco temporale di 2-3 anni, intervallo entro il quale, per prolungare la durata di esercizio dell’opera, sarebbe opportuno intervenire con opere strutturali di difesa costiera che favoriscano l’avanzamento anche artificiale della linea di riva, ad esempio tramite l’apporto esterno di sedimenti sulla spiaggia emersa e/o l’inserimento di opere di protezione o di frangimento. Tali interventi potrebbero essere previsti nel Lotto B, a seguito di un monitoraggio del paraggio costiero di riferimento.
DESCRIZIONE DELLA SOLUZIONE PROGETTUALE
Ancora una volta attingiamo dalle carte ufficiali.
La palificata lignea per la protezione dalla erosione costiera è una struttura la cui durata, stimata in alcuni anni, permetterà di proteggere il piede della duna dallo scalzamento cui attualmente è soggetta. Lungo tutto il piede della duna, cosi come indicato nelle tavole progettuali, verrà posizionata una palificata doppia, la cui struttura è costituita da legname in castagno incrociato a formare “camere” interne nelle quali vengono inseriti i geocontenitori in fibra di cocco e juta, riempiti di inerti di cava, compatibile composizionalmente con i sedimenti litoranei presenti.
I moduli della struttura saranno di dimensioni di circa 150 cm di altezza e circa 120 cm di larghezza, comunque variabile in funzione della variabilità morfologica del piede, e avrà uno sviluppo longitudinale parallelo al piede della duna. I materiali necessari per la sua realizzazione saranno tronchi di castagno o resinose scortecciati diam. 10-15 cm, posti con interasse di circa 100 cm sia nel senso longitudinale che nel senso trasversale; i tronchi saranno ancorati tramite chiodature metalliche diam. 12-14 mm.
Il nucleo della palificata doppia verrà realizzato attraverso il posizionamento di geocontenitori in georete riempiti di inerti di cava, che ne garantisce la permeabilità e protegge la struttura da eventuali svuotamenti dovuti all’azione delle onde. I geocontenitori hanno dimensione standard, circa 1x1x1 metri ma verranno assemblati direttamente in sito, tramite operazioni manuali, posizionando all’interno della palificata la georete in cocco (più esterno) e successivamente la georete di juta (strato interno) presagomati e precuciti.
Lo sviluppo della palificata, con all’interno i geocontenitori sopra descritti, a protezione della scarpa dunale si stima dovrà essere di circa 300 metri lineari, in alcuni tratti, vista l’altezza della scarpa dunale sarà necessario crescere in altezza, posizionando due o tre gradoni totali, che avranno un’altezza del singolo elemento contenuta entro il metro. In riferimento alle opere naturalistiche di protezione e di riqualificazione del sistema dunare, le scelte progettuali sono state indirizzate all’inserimento di manufatti semplici, modulari, facilmente replicabili e realizzati con materiali naturali biodegradabili in grado di innescare i processi di accrescimento delle formazioni eoliche e di mitigare i processi erosivi a carico delle formazioni dunari stabilizzate.
GEORETI
Opere di ingegneria naturalistica per la mitigazione dell’erosione dunare, mediante copertura delle superficie del fronte dunare con georeti di protezione, barriere frangivento
con moduli a scacchiera, barriere verticali con palificata in legno, nuclei di innesco in canne e impianti e semine di specie autoctone e geneticamente compatibili.
“Descrizione delle alternative progettuali” -leggiamo sempre dal progetto:
Nel caso dell’intervento per il paraggio di Su Pallosu, altre tipologie di intervento mirate al contenimento dei fenomeni di erosione delle formazioni detritiche, come la realizzazione di una scogliera aderente, sono state scartate in quanto considerate poco efficaci se non addirittura controproducenti, oltre all’intenso impatto ambientale e paesaggistico che avrebbero determinato in un settore di elevato pregio naturalistico.
Pertanto, l’unica alternativa ipotizzabile riguarderebbe la realizzazione anticipata dell’intervento di ripascimento della spiaggia emersa. Tale azione, ipotizzata anche dai documenti preliminari alla progettazione della Regione Sardegna già citati, è stata considerata non appropriata nell’ambito delle opere del Lotto A, non tanto per l’intervento in se, ma per quanto riguarda i tempi di attuazione.
(RIPASCIMENTO ricordiamo cos’è: l’azione artificiale di riporto di volumi di sabbia con le stesse caratteristiche peculiari del sito interessato e ricordiamo pure che non sempre analoghi interventi di questo tipo hanno dato risultati positivi ndr)
Infatti, tale intervento in un contesto di elevata dinamica meteomarina, anche con apporti volumetrici contenuti di sedimento, si ritiene che possa essere considerato solo a seguito di uno studio approfondito e ad un corretto inquadramento idrodinamico del paraggio costiero e dell’unità fisiografica di riferimento, fondato su misurazioni correntometriche ed ondametriche, caratterizzazioni morfo-batimetriche e classificazioni sedimentologiche condotte attraverso una campagna di monitoraggio della durata almeno di 1 o 2 anni, come indicato anche dalla scheda progettuale della RAS (Programma d’Azione Coste, interventi urgenti di prima fase, Luglio 2012). Le stesse considerazioni valgono per altre tipologie d’opera di difesa costiera più o meno invasive, quali barriere soffolte, pennelli ecc., da realizzare contestualmente o meno al ripascimento della spiaggia emersa.
Pertanto la strategia progettuale che si è scelto di adottare è più precauzionale, tenuto conto anche della attuale mancanza di conoscenze dirette sul contesto marino-costiero di interesse.
CRITICITÀ’ E INTERROGATIVI
La Giunta Regionale della Sardegna con deliberazione n. 48/31 del 11.12.2012 ha approvato, nell’ambito della programmazione di Interventi urgenti di prima fase per la tutela, difesa e valorizzazione delle coste di cui al Programma di Azione Coste, la realizzazione dell’intervento denomina “Erosione della Costa in corrispondenza delle Borgate Marine” in Comune di San Vero Milis per un importo di finanziamento di 940.000 euro individuando nel comune di San Vero il soggetto attuatore.
Son passati ormai 8 anni dal finanziamento e da quella data la linea di costa è oggettivamente arretrata.Dunque si parte, se si parte, con ritardo.
MESI O ANNI DI LAVORI ?
Malgrado le recenti dichiarazioni ottimistiche del Sindaco di San Vero Milis (Nuova Sardegna 2019).https://www.lanuovasardegna.it/oristano/cronaca/2019/12/19/news/lotta-all-erosione-costiera-san-vero-corre-ai-ripari-1.38236129
che parlava di appena qualche mese di durata lavori, per stare allo stesso cronoprogramma ufficiale del progetto (più volte già modificato dall’amministrazione comunale per i ritardi di avvio) del progetto sono indicati 12 mesi per il lotto A e 10 mesi per il successivo lotto.
Totale indicato ufficialmente quindi nelle carte è di 23 mesi, ovvero poco meno di due anni.
Prevedibile-ma questo lo dico modestamente io- anche un allungamento dei tempi, conoscendo i tempi storici di questo tipo di interventi in altri siti.
RIPASCIMENTO? SI, NO, POSTICIPATO
“Si propone dunque di affrontare la grave situazione di erosione percorrendo due strade: la prima, nell‟immediato con un intervento di ripascimento dell‟area maggiormente esposta, ovvero nella parete più bassa che interessa direttamente le abitazioni poste a pochi metri sul livello del mare;
la seconda, a più lunga scadenza mediante il finanziamento di uno studio del sito per un periodo di almeno due anni allo scopo di fornire gli elementi conoscitivi per la realizzazione di opere strutturali con soluzioni mirate che diano risposte definitive al problema.
RIPASCIMENTO: Per l‟intervento di ripascimento si ritiene di proporre l‟utilizzo di materiale di pezzatura grossolana le cui reali dimensioni siano valutate al fine di garantire la protezione per alcuni anni almeno fino a che non si possano ritenere completati gli studi conoscitivi e possibile la progettazione di un intervento complessivo ed efficace. Si prevede di intervenire su circa 300 – 350 m con un volume di circa 5.000 mc di materiale,
proveniente da cave di prestito, per aumentare il fronte mare di circa 10-12 m con uno spessore di circa 1,5 metri. Per quanto riguarda lo studio, nel presente finanziamento è previsto lo stanziamento di una somma di 150.000 euro, comprese le spese generali, da utilizzare per finanziare una campagna di indagini e misure finalizzate al monitoraggio dell‟unità fisiografica”.
Il ripascimento previsto originariamente appare ora accantonato in attesa dei risultati dello studio metoparino di due anni, cominciato ad Ottobre del 2019.
Non è chiaro però se è l’ipotesi del ripascimento (e quale ripascimento) sia comunque realisticamente ancora in piedi?
ESCLUSIONE DELLA PROCEDURA DI VIA
Nonostante le modalità e impatto appaiano rilevanti, la Giunta Regionale con delibera n.48/51 del 17/10/2017 si è espressa in merito alla non assoggettabilità a VIA ( procedura di valutazione impatto ambientale) ai sensi del D.Lgs.152/2006.
Niente Via dunque per la Regione da parte della precedente giunta regionale e semplici prescrizioni, peraltro quasi tutte già presenti nel progetto del 2016.
CANTIERI E MEZZI MECCANICI
Le carte individuano il cantiere dei lavori sulle dune tra le ultime case, mentre due i siti per l’accesso delle ruspe all’area dell’intervento, li vedete nelle foto: 1) Punta Tonnara e 2) Piazza Sa Marigosa.
Punta Tonnara e l’area delle dune più alte sono sicuramente le aree più delicata e il solo passaggio di mezzi meccanici può comportare ulteriori problemi di stabilità delle dune in fase di erosione.
Si legge 30 dipendenti, ma non appare chiaro se questo possa essere il numero degli operai che lavoreranno nel cantiere.
RIPROFILATURA DUNE
Appare questo uno dei passaggi più critici dell’intervento proposto, specia per l’area di Punta Tonnara.
Precedentemente al posizionamento della palificata doppia si dovrà procedere-leggiamo dal progetto- con la riprofilatura del punto di appoggio della palificata, le operazioni di riprofilatura dovranno realizzarsi con apposite macchine di cantiere che permettano di creare una conformazione del profilo tendente ad una condizione di stabilità complessiva del versante.
Le operazioni di riprofilatura dovranno realizzarsi con apposite macchine di cantiere.
Quali saranno esattamente queste macchine e che effetti provocherà il passaggio e l’azione di queste macchine alla base delle dune ?
COSTI
I costi totali indicati sono però vicini ai 4 milioni di euro. L’importo del primo lotto già finanziato (A) nel 2012 è di € 940.000,00.
Tra questi i “servizi di studio e monitoraggio ambientale in loc. Su Pallosu”, preliminare, così sembra ad un eventuale ripascimento, ammontano a 140 mila euro.
Dunque dei € 940.000,00 già finanziati, € 800.000,00 per lavori (inclusa S’Anea Scoada) e € 140.000,00 per studi e monitoraggi.
Ancora più esattamente: dei 935.770 euro a disposizione della stazione appaltante sono destinati a Su pallosu approssimativamente € 647.085; tale cifra è data dati dalla somma delle seguenti spese:
- Spese generali: € 288.085 (ossia la metà delle spese che interessano sia Su Pallosu che S’anea scoada non specificamente distinte pari a € 576.170: spese tecniche e studi specialistici; indagini geognostiche spese generali);
- Studi e monitoraggio Su Pallosu lotto A € 140.000;
- Studi e monitoraggio Su Pallosu lotto b € 219.000
CHI HA VINTO L’APPALTO ?
Il 16 luglio 2019 sono stati aggiudicati i lavori attraverso una procedura non negoziata con il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
L’aggiudicatario è la siciliana SO.GE.MAR srl di Favara (Agrigento).
COMUNICAZIONE E CONOSCENZA
Fin ora tranne qualche citazione in un convegno e sporadici articoli su un quotidiano, è mancata completamente la fase della conoscenza e partecipazione dei cittadini.
Questa è inchiesta cerca (per quel che può ovviamente) di sopperire alla pressoche totale disinformazione e conoscenza dell’opinione pubblica.
Se è vero che carte, relazioni e tabelle sono state rese pubbliche è ugualmente vero che dal 2012 ad oggi è mancata completamente la fase di informazione ai cittadini, all’opinione pubblica e va da sé la possibilità di incidere direttamente ad eventuali modifiche sullo stesso intervento.
La scelta della Regione nel 2017 di escludere il progetto dalla procedura di VIA conferma il quadro generale di non conoscenza dell’opinione pubblica di un intervento di grandi dimensioni come questo.
RIFLESSIONI CONCLUSIVE
Si tratta di un gigantesco intervento per dimensioni e impatto, poche appaiono le certezze sulla sua realizzazione e sui suoi effetti.
Su Pallosu per tante ragioni è un luogo storico nel cuore di tanti sardi e non solo, anche per questo continueremo a seguire con interesse e attenzione la realizzazione di questo progetto, passo dopo passo.