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Il mistero del Montiferru: “Su Palatu”, monastero o casa padronale ?

Arrivarci è stata un’avventura, ma sicuramente ne è valsa la pena.

Abbiamo attraversato un guado, cercato sentieri dove sembra non ci fossero, attraversato un ovile, camminato in mezzo al bosco più fitto con rovi e macchia alta e alla fine ci siamo arrivati.

Sconosciuto al grande pubblico, è quanto rimane di un interessante quanto misterioso edificio.

La vista dal piano superiore di Su Palatu

Sorge nel Montiferru, esattamente sul Monte Conca Mele, nello splendido scenario naturale del territorio montano di Cuglieri, su un pianoro a circa 5 chilometri in linea d’aria dalla costa di Santa Caterina di Pittinuri.

Proprio perchè poco conosciuto con questo articolo vogliamo cercare di farlo conoscere attraverso tre video ed una ricca documentazione fotografica.

Ci piacerebbe inoltre cercare di capire cosa fosse e da chi è stato utilizzato.

Lato sud ovest

Ma andiamo con ordine.

Si trova in una posizione strategica di grande panoramicità: L’imponente e misteriosa costruzione si chiamata “Su Palatu”.

Un edificio costruito con sapiente architettura, sicuramente un monumento storico con ogni probabilità di epoca medioevale.

Si tratta di un alto edificio a due piani, ormai ridotto a un rudere, costruito con le pietre locali, tufo e basalto.

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Da lontano quasi non si vede, ma una volta raggiunto ci si rende conto delle dimensioni e ci si domanda subito che cosa potesse essere, che funzione avesse, chi lo abitasse.

Oltre alle rilevanti dimensioni colpisce anche la scelta della sua collocazione : da sud a nord, la vista spazia dallo stagno di Cabras a Capo Mannu, fino a Santa Caterina.

“Su Palatu” dall’interno

INTERROGATIVI

Non c’è una grande bibliografia su questa costruzione.

Le poche notizie on line sono pubblicate sul prezioso portale Sardegna Abbandonata https://www.sardegnaabbandonata.it/su-palatu/

Diverse le foto presenti in rete, mentre i primi video relativi a Su Palatu sono propri i nostri, pubblicati in esclusiva per la prima volta in questo articolo speciale.

Molti sono gli interrogativi ancora aperti. Il primo d’obbligo: che ci faceva un sontuoso palazzo di due piani in un posto isolato come questo?

Nel video qua sopra esclusivo, le immagini dal piano superiore.

DOVE SI TROVA ESATTAMENTE

Non è facilissimo da trovare, visibile alla distanza ma non da vicino.

Diciamo subito che non troverete alcuna indicazione o cartello.

Si raggiunge percorrendo la SS 292 da Oristano in direzione di Santa Caterina di Pittinuri. Superato il villaggio di S’Archittu, si prende la deviazione a destra che conduce all’area paleocristiana di Columbaris.

Giunti in prossimità dell’area archeologica si prende a sinistra un sentiero cementato al termine del quale si può proseguire su una pista posta sulla sinistra.Qui divergiamo dalle indicazioni di Sardegna Abbandonata.

Per arrivarci, lo sottolineiamo ancora una volta, non ci sono segnalazioni, ma con un po’ di attenzione è possibile seguire quasi interamente un sentiero.Se non avete senso dell’orientamento sconsigliamo di uscire dal sentiero.Occhio pure alle coordinate geografiche indicate su Google Maps, non sono proprio precisissime e possono trarre in inganno.

Dopo alcuni saliscendi in avvio, si attraversa un ovile e un guado. Con un trekking di due chilometri e mezzo in salita si raggiunge la costruzione situata in mezzo alla folta macchia mediterranea.

Una vasta corte di pianta rettangolare è contigua alla costruzione principale.

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Restano le tracce di ambienti oggi completamente crollati che dovevano essere locali di servizio. Solidi mura in pietra proteggevano la corte e tra le rovine si intravede anche una sorta di loggiato.

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Purtroppo con il passare degli anni e nell’abbandono più totale i crolli aumento e confrontando cronologicamente le foto, ciò è palese.

IL RECENTE CROLLO DI UN ARCHITRAVE

Grazie alla documentazione fotografica del sito di Sardegna Abbandonata del 2016 e a quella di WIkimapia di 6 anni fa (2014) http://wikimapia.org/20258314/it/Su-Palatu possiamo verificare il crollo progressivo di un architrave del piano superiore di Su Palatu.

Lo scatto del 2020 è il mio, grafica di Irina Albu.

L’archeologa Maria Giovanna Campus

IL PARERE DELL’ARCHEOLOGA

Cosi descrive la misteriosa costruzione l’archeologa di Cuglieri Maria Giovanna Campus:

Un grande portale immette nella dimora dove restano intatte due sale al piano terra coperte da volte a botte e a crociera e il vano della scala, coperto pur’esso da volta a botte, e a cui si accede da un’arcata a sesto acuto. Crollati gli ambienti che davano sul mezzanino della scala e quelli al piano superiore in cui residuano parzialmente i muri perimetrali ed in uno dei quali si apre uno spioncino “a feritoia”.

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Gli archi e le volte a botte sono realizzate in tufo accuratamente lavorato. L’edificio si trova in posizione arretrata rispetto al muro di cinta della corte, alto oltre quattro metri nel lato che guarda ad ovest-sud ovest, verso il mare, e che conferisce a Su Palatu, insieme ad altri elementi, il carattere di dimora fortificata.

Frutto di un impegno senz’altro notevole in termini di risorse finanziarie e di energie umane, Su Palatu, sorto in posizione appartata ma dominante la campagna all’intorno e, soprattutto, la costa, pone il legittimo interrogativo della sua storia: quando venne edificato? Da chi? Per quale ragione?

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In assenza di fonti Maria Giovanna Campus, avanza diverse ipotesi basate su elementi oggettivi tratti dall’osservazione del sito e dalla riflessione su alcuni elementi significativi di esso:

“Riteniamo possibile che, nell’imperversare delle invasioni saracene che determinarono il progressivo spopolamento delle zone costiere col terrore più che motivato che spargevano, per il saccheggio cui venivano sottoposti i villaggi e ancor di più per i prigionieri che ne venivano tratti, chi aveva possibilità di mezzi abbia costruito, per la propria famiglia ed i propri servi, questa dimora cui era difficile accedere ma da cui era possibile il controllo del paventato pericolo dal mare. Nell’ambito di questa ipotesi, l’edificazione di Su Palatu può essere databile tra il XVI-XVII secolo”.

ULTERIORI E SUCCESSIVI USI

Sembra che su Palatu a fine Ottocento, sia stato per un certo periodo rifugio di briganti durante la loro latitanza. In tempi più recenti ha accolto al pianterreno bestiame e noi stessi ci abbiamo trovato davanti una mandria di mucche al pascolo.

Ma sembra che questa misteriosa rovina nasconda svariate storie e leggende circa la sua funzione: c’è chi dice che fosse una casa rurale in cui veniva custodito il bestiame, chi dice che ospitasse le maestranze delle miniere limitrofe e chi invece ipotizza fosse un ex monastero in cui, i pochi monaci che poteva ospitare, vivevano in completa solitudine.

IPOTESI E INTERVENTI NECESSARI

Per interesse storico la struttura merita un’urgente messa in sicurezza e un minimo restauro conservativo.Indispensabili poi per la conoscenza del suo valore un’adeguata sentieristica, pannelli e cartelli indicatori.

Qualunque cosa sia monastero, caa padronale o altro unica certezza è

quella che ancora una volta siamo di fronte ad uno dei tanti esempio di tesori storici sconosciuti di una Sardegna affascinante e abbandonata.

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