In questi ultimi 2 mesi mi è stato più volte chiesto cosa pensassi dell’impatto delle servitù militari in Sardegna, quale fosse la mia personale posizione al riguardo. Chi mi conosce bene è al corrente del mio trentennale impegno ambientalista, così come del mio pacifico e ragionato approccio verso le problematiche più spinose. Insomma, non sono portatore di tesi salvifiche e sicuramente non mi piace demonizzare gli avversari. Sulle servitù e occupazioni militari di una buona parte della Sardegna ho più volte espresso le mie perplessità, che confermo. Nel senso che ritengo queste non più sostenibili, così come sono attualmente, ovvero che siano da ricondurre ad una più equa redistribuzione nell’intero territorio nazionale.
Non è possibile, infatti, che oltre il 60% (tra demanio e servitù militari) sia accampato solo in Sardegna.
Su questo punto mi trovo perfettamente d’accordo con le tesi che lo stesso Beppe Grillo (video qua sopra) ebbe a manifestare in Sardegna (a Carbonia e Cagliari).
Anche perchè, come disse esattamente 3 anni fa il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, riferendosi ai rischi del poligono di Teulada, “ogni tanto un colpo parte” clicca qui per link video Generale Errico su Teulada
E non si sa dove può finire, aggiungo io.
Ebbene, una consistente riduzione delle servitù militari, una loro bonifica e riconversione sostenibile, per usi più compatibili con lo sviluppo civile e produttivo dell’Isola, porterebbe peraltro ad una nuova occupazione, di non poco peso. A questo nostro paradiso terrestre. Questa è la mia tesi. Questo è il mio personale impegno: la Sardegna che ho nel cuore. A 5 stelle.