La mia Petizione al Parlamento Europeo: come i cittadini possono influenzare la vita amministrativa

Scopro ora che nel 2006 sono finito -con nome e cognome- in un atto ufficiale del Parlamento Europeo.
La mia petizione sul caso Is Arenas costituisce una sorta di caso scuola citata in senso positivo come partecipazione diretta di un cittadino alla vita amministrativa.

Petizione che portò ad una lunga procedura d’infrazione per violazione del diritto comunitario, ad un atto di messo in mora e ad una condanna del Governo Italiano: “Errata applicazione delle direttive comunitarie in materia d’ambiente”, questo il tema evidenziato nel documento a riguardo della mia Petizione.
Insomma mentre qua mi spaccavano la macchina (due distinti atti intimidatori), mi tenevano (invano ) sotto processo per 16 anni per cercare di fermare miei articoli, comunicati stampa, di tapparmi la bocca, a Bruxelles parlavano bene di me.
Ecco dunque una piccola/grande soddisfazione seppur a scoppio ritardato.
Pensate, una “Petizione” (attenzione, non è una raccolta firme, ma è uno strumento cui tutti i cittadini hanno diritto quando entrano in ballo violazioni alle direttive europee) che è rimasta in piedi tantissimo tempo, cosa rarissima. L’avevo presentata nel lontano 1998 e si è conclusa solo 12 anni dopo con la sentenza Sez. IV, 10 giugno 2010, causa C-491/08 della Corte di Giustizia europea di Lussemburgo nei confronti del Governo Italiano.
Evidenzio e sottolineo: conclusa con la condanna del Governo Italiano.
A citarmi era la RELAZIONE – sulle deliberazioni della commissione per le petizioni nel corso dell’anno-parlamentare marzo 2004 – dicembre 2005 -(2005/2135(INI))- Commissione per le petizioni. Qui il documento integrale (la citazione su di me è a pag.18).dal sito del Parlamento europeo scarica .pdf

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